Distro hopping o no?
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Meglio cambiare spesso distribuzione, magari per provare diversi approcci, o focalizzarsi e specializzarsi su una distro specifica da usare ovunque?
Personalmente sarei propenso a portare Arch un po' ovunque, e penso sia la distro con cui ho maggiore familiarità al momento, ma poi non riesco ad avere la stessa distribuzione su tutti i dispositivi.
Qualcosa nella mia testa mi "obbliga" ad installare altro sul portatile e sul Raspberry (anche se qui DietPi è veramente troppo comoda e forse cederò a non cambiare più).
Per parecchio tempo non sono andato alla ricerca di nuove esperienze, ma ultimamente ho voglia di sperimentare ancora, sempre più spesso lontano da systemd.Teoricamente il trittico Arch sul fisso + Void sul portatile + Alpine su Rasperry sarebbe perfetto per me, ma poi mi scontro sempre con la mia curiosità. Ad esempio openSUSE ultimamente non mi dispiace e sono incuriosito anche da Chimera Linux (che è una sorta di Alpine rolling release); Void poi, per quanto attraente, è sempre un po' incerta.
Mi mancano anche da provare le distribuzione consigliate dalla FSF ed illustrate impeccabilmente da Luigi.Ok, non voglio dilungarmi e divagare troppo, quindi: siete ancora in balia del distro hopping? Pensate sia una pratica sana o che troppa frammentazione nel mondo GNU/Linux porti solo confusione e perdite di tempo?
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Probabilmente attraversiamo tutti delle fasi di "distro hopping". Non ci vedo nulla di male, come detto anche nel video "Le mie soluzioni per chi soffre di distro hopping".
Se fossi rimasto fermo alla mia primissima distribuzione, Ubuntu (8.04), mi sarei perso davvero tanto, senza nulla togliere a quel che Ubuntu era a quel tempo! Che oggi Ubuntu sia un'altra storia lo sappiamo...
Però focalizzarsi su una distro, senza saltare continuamente da una all'altra, ha il notevole vantaggio di imparare sempre più ad usarla per bene.
Per carità, non intendo dire che piacendoti Arch devi usare Arch ovunque, su server e Raspberry compreso! Anch'io ho un debole per Arch e uso Parabola, che è una Arch purificata da software non libero. Però negli ambiti succitati me ne tengo ben lontano.L'ideale, secondo me, è raggiungere un livello di esperienza tale per cui si è in grado di maneggiare la propria distro. Se poi questa esperienza si rivela spendibile anche su altre distro, è meglio...ed in fondo stiamo sempre parlando di un unico sistema operativo: è frammentato ma è sempre GNU/Linux.
L'unica distribuzione che potrebbe smuovermi da dove sto è Guix. C'ho anche già provato con lei. Il problema è che lì bisogna imparare un mondo nuovo, un mondo a parte. Su Guix non impari GNU/Linux, impari ad usare qualcosa di eccentrico e geniale, dopo che già sai usare una distro normale.
Ho menzionato Guix, ma vale sicuramente lo stesso anche per Nix. -
Secondo me dipende se si cerca qualcosa che funziona come si vuole o se si usa linux e il pc per smanettare per il giusto piacere di farlo...
Le cose per come sono fatto io sono interrelate e l'una compensa l'altra fino al momento che avrò trovato la distribuzione giusta per me, anche smanettando con un moderato gusto.Per fare un po' di gossip su di me attualmente sono fermo a Debian 12 stable e credo di stare bene così.
Se non mi piace un desktop environment semplicemente lo cambio.
Dopo aver scoperto che è possibile fare questa cosa in modo indolore sono ancora più sicuro di rimanere su Debian!Credo che Debian sia un compromesso per chi ha una macchina che richiede driver non free utili in quello che si vuole fare e chi cerca, parafrasando un po' liberamente la pagina di GNU (https://www.gnu.org/distros/common-distros.html), una distro potenzialmente free al 100%, e per me questo aiuta anche per avere un livello sufficiente della privacy.
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@pinguinotattico Esatto, Debian è modulare anche nelle sources di apt!